Un altro piatto della cucina di papà… le sue ricette emozionali “da scapolo” in cui ogni passaggio è parte di un flusso creativo spontaneo e soprattutto incomprensibile sono state protagoniste anche di questo fine settimana. La domenica va su e giù per casa, poco abituato a starsene con le mani in mano, apre e chiude dispensa e frigorifero ripetute volte, poi si strofina le mani e via, la cucina si trasforma in un ordigno prossimo all’esplosione.
Il pollo è il filo rosso di questo weekend gastronomico appena trascorso. Ogni anno a Natale i vicini ci regalano un pollo della loro aia, un animale di discrete dimensioni e piuttosto paffuto, ragione per cui abbiamo sempre aspettato l’occasione giusta per cucinarlo… e dal momento che l’occasione con la O maiuscola non è mai arrivata, il cuoco in carica ha deciso di metterlo in pentola occasione o no. Ne ha fatto tre pezzi, uno bollito per far brodo, uno ai ferri e uno in umido con patate. Di questi tre il più interessante è l’ultimo, perché non si è limitato a gustarselo nella sua essenza di pollo in umido… no… ci ha voluto condire la pasta, l’apoteosi del suo flusso creativo.
Mi piacerebbe potervi dare la ricetta precisa di questo piatto, perché quelle cosce di pollo cotte in un succulento sugo di pomodoro e aromi erano davvero strepitose, ma nemmeno chiedendo a papà di ricordare come le ha preparate si riuscirebbe a risalire al metodo, colpa del flusso creativo e innocentemente egoistico che guida le sue azioni ai fornelli.
L’innovazione creativa in questo caso però non è quella che lo vede condire la pasta con il sugo del pollo, una cosa che da piccola mangiavo spesso e volentieri quando andavo a pranzo da mia zia Natalina, bensì il fatto che la carne l’ha mangiata proprio nella pasta. Ha spolpato le cosce, ha cotto la pasta e poi l’ha condita nella pentola del pollo e il suo sugo.
Lo so sembra un’americanata di quelle epiche, ma vista l’assenza di panna, burro, formaggio e ketchup ritengo possa essere un piatto classificabile nella categoria del comfort food all’italiana.
Mi spiace solo non potervi dare la ricetta precisa ma solo delle linee guida per riuscire ad ottenere la vostra versione di questo piatto anarchico che ci tenevo tanto a raccontare.
Qui in basso un’altra ricetta della cucina di papà.